Contro venti e maree by Enrico Letta

Contro venti e maree by Enrico Letta

autore:Enrico, Letta [Letta, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Contemporanea
ISBN: 9788815332196
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2017-09-14T22:00:00+00:00


6.

Il mito ingannevole dell’uomo forte

▪ Portare nel mondo i valori europei esige un uomo forte che li incarni in Europa?

I nostri tempi vedono il ritorno del mito dell’uomo forte. E non solo in Europa, con Viktor Orbán in Ungheria, o Jarosław Kaczyński in Polonia, ma anche nel resto del mondo; perfino negli Stati Uniti, con il presidente Donald Trump. Il fatto stesso che un tale personaggio sia potuto arrivare a questo punto rivela il bisogno di un uomo forte, che maneggi un linguaggio rude, diretto, senza perifrasi. Tale fenomeno si osserva anche in altri paesi, come nelle Filippine, con l’arrivo al potere, nel 2016, del presidente Rodrigo Duterte.

Nel settembre del 2016 mi ha molto colpito una contrapposizione rivelatrice. Durante il G20 in Cina, da un lato risaltava l’immagine dei tre protagonisti del summit, intenti a discutere: Xi Jinping, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdoğan. Tutti e tre incarnano, a modo loro, l’idea dell’uomo forte in politica. Conducono operazioni militari importanti, a volte congiunte. Dall’altro, sul versante europeo, l’immagine era quella di François Hollande e Angela Merkel preoccupati dalla crisi dei rifugiati e dal suo impatto sulle vicine elezioni nazionali, Matteo Renzi, con l’orizzonte temporale del 4 dicembre che si avvicinava, e, infine, Theresa May, al suo primo G20, a rappresentare un paese ancora frastornato dal voto del Brexit.

L’astuzia dell’uomo forte consiste ogni volta nel semplificare, comprimere e ridurre la verità, e poi finire per distorcerla e falsarla. La gente ha l’impressione di capire, si sente tranquillizzata nel sapere che un uomo forte c’è. È sollevata nel vedere che prende decisioni. Ma, in realtà, l’uomo forte non fa altro che suscitare false speranze di soluzioni e finisce per provocare delusioni, diffidenze e avversioni.

La semplificazione a oltranza effettuata dall’uomo forte va totalmente contro, dal mio punto di vista, alla complessità dei problemi attuali, che sono tutti connessi tra loro. La gestione delle crisi non richiede la concentrazione dei poteri nelle mani di una sola persona, bensì policentrismo e connessione dei centri che Internet rende possibili. La complessità della governance non va affrontata da un unico centro. In realtà, i nostri sono i tempi delle coalizioni, non dell’uomo singolo; del team, non del grande talento solitario; dell’intelligenza collettiva, non della tattica individuale.

▪ Quale posto, quindi, per una leadership politica, che manca tanto all’Europa oggi?

È un grande errore associare leadership e uomo forte. Bisogna sfatare il mito. Anzi, è l’esatto contrario: la leadership necessaria oggi è quella che suscita e associa gli altri centri decisionali, quella che li coinvolge, li fa lavorare e li responsabilizza. Una leadership di connessioni, che sia in grado di operare in orizzontale, e non una leadership distaccata, basata solo sulla verticalità del potere, che non è più adeguata ai nostri tempi. Si sente molto parlare di economia della condivisione, di società della condivisione. Ciò deve ispirare anche le pratiche politiche per sviluppare la politica della condivisione, di cui abbiamo bisogno. La leadership solitaria, concentrata, è l’esatto opposto.

Ce ne rendiamo conto quando l’agenda politica viene riempita solo in reazione agli avvenimenti, in risposta alle crisi e alle urgenze.



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